martedì 29 luglio 2008

DISCORSO DI BARAK OBAMA A BERLINO

ABBATTERE TUTTI I MURI
Il
24 luglio 2008 a Berlino Barak Obama ha tenuto uno storico discorso, carico di simboli per ricordare quello di John Kennedy del 1963.

Oltre 200.000 persone a Berlino per l'inizio del tour europeo di Barak Obama, che ha voluto ricalcalre - a livello simbolico - il celebre discorso tenuto da John Kennedy davanti al muro, allora appena costruito, 45 anni fa: il 26 giugno del 1963. "Siamo tutti berlinesi" aveva esclamato John Kennedy per condividere la separazione forzata a cui la guerra fredda costringeva la Germania. "Dobbiamo abbattere tutti i muri", ha detto ieri Obama riferendosi a quelli che dividono oggi i popoli e le razze, ma anche i ricchi e i poveri. "Berlinesi e popolo del mondo - ha aggiunto il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti - la strada in avanti sarà lenta ma dobbiamo procedere verso il nostro futuro", ha detto Obama a conclusione di un discorso di 35 minuti.Poi ha fatto un vero e proprio bagno di folla stringendo mani sotto gli occhi preoccupati dei suoi responsabili per la sicurezza.

Questi i passaggi più importanti del suo discorso:

“Il sistema di soccorsi più grande della storia ha permesso ai nostri popoli di fidarsi l’uno dell’altro”. Berlino e i berlinesi come baluardi della libertà. “Popoli del mondo - scandisce Obama - guardate a Berlino, dove anche nei momenti più difficili i cittadini hanno tenuto costantemente accesa la fiamma della speranza, guardate al luogo in cui i tedeschi e gli americani hanno imparato a fidarsi gli uni degli altri”.

Il tempo in cui i muri cadono

Il Muro di Berlino è caduto, “e dopo di esso i muri che dividevano Belfast tra cattolici e protestanti, i muri che dividevano i Balcani, il muro della segregazione che divideva il Sudafrica”. Oggi, a 60 anni di distanza dal ponte aereo, “la sfida è vinta, ma ne rimangono tante altre da vincere, altri muri da abbattere”.
Il terrorismo, i cambiamenti climatici e l’inquinamento del pianeta, la proliferazione del nucleare, le guerre, la povertà. Obama elenca tutte le grandi sfide del 21° secolo.

Costruiamo nuovi ponti

Obama individua come unica ricetta quella della collaborazione tra Stati Uniti, Europa e gli altri Paesi del mondo. “Gli alleati devono sapersi ascoltare, devono fidarsi gli uni degli altri. Costruiamo nuovi ponti. È il momento di unirsi con lo stesso spirito del ponte aereo del 1948. Come abbiamo sconfitto l’ideologia sovietica, dobbiamo sconfiggere l’estremismo ideologico del terrorismo, europei e americani devono stare vicini al popolo afgano che lotta contro Al Qaeda e contro i Talebani.
Dobbiamo rincorrere la pace, fermare la proliferazione del nucleare. Dobbiamo sostenere il popolo libanese, il processo di pace tra israeliani e palestinesi, i milioni di iracheni che lottano per la propria libertà”.

Consegniamo ai bambini un mondo migliore

Consegnare ai nostri bambini un mondo migliore. “Lo possiamo fare solo impegnandoci concretamente a ridurre le emissioni di gas serra. Dobbiamo ridare ai nostri bambini il loro futuro, dare speranza a chi è rimasto indietro nel mondo globalizzato. Dobbiamo lottare per assicurare i diritti dell’uomo laddove sono negati, dobbiamo porre fine alla guerra in Darfur. Dobbiamo dare l’esempio abolendo in tutto il mondo la pratica della tortura per fare prevalere la legge. Dobbiamo accogliere gli immigrati e non rifiutare chi è diverso da noi” per etnia, colore della pelle e religione.

This is our time

“People of Berlin, people of the world, this is our moment, this is our time”. La conclusione di Obama e una dichiarazione di intenti, davanti a Berlino, all’Europa e al mondo. “La sfida è grande, ma abbiamo l’aspirazione di lasciare in eredità un mondo migliore ai nostri figli. Siamo pronti a lottare, rispondiamo alla storia e rifacciamo il nostro destino”.

testo integrale del discorso di Barak Obama (inglese)

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