sabato 30 agosto 2008

Alitalia, il regalo di Berlusconi ad Air France

Pier Luigi Bersani, ministro dell’economia nel Governo ombra del PD, ospite del meeting a Rimini di Comunione e Liberazione, all’indomani degli annunci propagandistici del Governo Berlusconi sul finto salvataggio di Alitalia, ridimensionata secondo il "Piano Fenice" ad una piccola compagnia aerea, niente a che vedere con il colosso di venti anni fa, ha il dente avvelenato e non perde l’occasione per mettere le cose in chiaro: “Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato il problema del caso Alitalia, non la soluzione”. Bersani si riferisce agli anni in cui il premier sempre con il suo governo, poteva salvarla realizzando piani migliori di quello attuale e invece, come ricorda a tutti i presenti e in particolare ai giornalisti, che certe cose dovrebbe scriverle, non ha fatto altro che contribuire alla sua svalutazione. “"Al 2001 Alitalia valeva 10 euro al 2006 un euro. Si è lasciato passare l'accordo Klm-Air France nel quale potevamo inserirci, adesso Berlusconi ha fatto saltare la soluzione, ne ha prospettata un'altra. Ci consegna una compagnia palesemente più piccola, domestica, che deve fare un'alleanza con AirFrance, la quale per definizione si occuperà dei collegamenti internazionali", infatti "non potrà mica fare concorrenza a se stessa".

Il ministro ombra proprio non ci sta agli annunci propagandistici di Berlusconi che in realtà si andranno a ripercuotere sulle tasche dei contribuenti: “Viene fuori l’idea di una compagnia più piccola e più domestica che ovviamente non potrà vivere da sola. Si torna inevitabilmente ad Air France a condizioni più libere e agevoli per loro e con ricadute più pesanti per i nostri lavoratori, i nostri consumatori, i nostri risparmiatori. E Sia chiaro che noi non siamo per il tanto peggio tanto meglio.”
Col tempo, aggiunge Bersani, la compagnia francese "penserà di prenderci su, lasciandoci sul groppone i problemi e i debiti che qualche mese fa era disposta ad accollarsi e a pagare. Questo è il punto ineludibile di questa vicenda, così come è ineludibile il fatto che creditori e fornitori ieri avevano un certo numero di garanzie che oggi non hanno più, e non c'è norma che possa derogare a questo piccolo particolare".


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