MOZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI VILLACHIARA DEL 30/09/2008
IN DIFESA DELLA LOCALE SCUOLA A TEMPO PIENO
E CONTRO IL RITORNO AL MAESTRO UNICO
E
- la scuola elementare di Villachiara funziona a tempo pieno dall’anno scolastico 1975-76 con orario settimanale di 40 ore: 30 ore di lezione e 10 di mensa. Il progetto formativo del tempo pieno si basa su alcuni principi ben definiti: tempi distesi per gli alunni con lezioni antimeridiane e pomeridiane; concezione unitaria di scuola, in cui tutte le discipline hanno valore formativo, senza più distinzioni gerarchiche tra attività del mattino, ritenute importanti ed attività del pomeriggio considerate di minore rilevanza, come avveniva con il “doposcuola”; specializzazione dei docenti che insegnano un’area disciplinare; valutazione collegiale degli alunni;
- l’orario settimanale delle lezioni ha un indice di gradimento altissimo. I questionari per misurare l’indice di soddisfazione degli utenti che annualmente i genitori compilano evidenziano che oltre il 90% degli stessi si dichiara molto soddisfatto o generalmente soddisfatto dell’attuale orario delle lezioni;
- la scuola a tempo pieno va incontro alle esigenze delle famiglie in cui ci sono entrambi i genitori che lavorano. Per questo motivo la scuola a tempo pieno di Villachiara viene scelta da numerose famiglie dei comuni limitrofi.
- il consiglio comunale di Villachiara ha sempre sostenuto con convinzione la scuola a tempo pieno fornendo tutte le strutture ed attrezzature necessarie al buon funzionamento della stessa: servizio mensa, servizio trasporto, arredi nuovi, palestra, nuovi spazi per i laboratori.
Se “le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali”, come prevede l’articolo 4 del decreto 137/08, come si può pensare di mantenere il tempo pieno?
Il tempo pieno rappresenta un modello organizzativo e pedagogico ben diverso e alternativo rispetto all’insegnante unico. La pluralità dei docenti non è solo un fatto numerico, puramente quantitativo, ma ha voluto significare un diverso modo di fare scuola, fondato su una programmazione collegiale degli interventi, sulla specializzazione degli insegnanti, sull’integrazione degli interventi educativi, per rispondere in modo più adeguato ai bisogni formativi, educativi, socio-affettivi, di tutti gli alunni e costruire un’offerta formativa più ricca ed articolata.
Proporre di assegnare la classe ad un solo maestro inevitabilmente tuttologo in una società complessa è altro anacronismo. Una scuola che orienta, capace di dare conoscenze utili per la vita è il frutto di un lavoro di equipe in cui le competenze, le specificità di più docenti si integrano al meglio per fornire ai bambini un percorso formativo organico e continuativo. Il gruppo docente, come il gruppo-classe, è un termine di paragone fondamentale per sviluppare l’identità personale e sociale di bambine e bambini. In una scuola ricca di compagni e di figure educative si imparano gli alfabeti di tutti i campi disciplinari e della cittadinanza.
L’idea di un tempo scuola decurtato desta molta preoccupazione, una formazione abbreviata, che non può tener conto delle esigenze di apprendimento, dei bisogni degli allievi e delle loro famiglie. Le giovani generazioni di alunni hanno bisogno di nuove competenze. Il tempo scolastico non è solo la somma di proposte, ma un tempo formativo, di qualità, capace di proporsi come esperienza organica e sensata. Non accettabile l’idea di voler ridurre alla presunta normalità di 24 ore settimanali e permettere poi di richiedere altre ore, se le singole scuole avranno le risorse, frammentando il progetto unitario di formazione. Non è accettabile l’ipotesi di tornare al vecchio doposcuola, magari finanziato dai comuni.
Non si può ritornare alla scuola di 40 anni fa. Basti un solo richiamo emblematico: la scuola elementare di Villachiara è intitolata a Don Lorenzo Milani. “Lettera ad una professoressa”, scritta dai ragazzi e dal Priore di Barbiana è del 1967. Bisogna tornare a rileggerla, per ricordarci come eravamo, con il grembiulino dal colletto inamidato. Era una scuola che dava i voti in decimi e che bocciava. Era una scuola del merito? Era una scuola che aveva un orario di 24 ore. Era un tempo sufficiente per il figlio del dottore, ma per il figlio del bracciante? E la società è rimasta, oggi, quella di allora?
Ritornando al maestro unico si scompagina l'assetto ordinamentale della scuola elementare, quella che - insieme alla scuola dell'infanzia - meglio si comporta al vaglio delle valutazioni internazionali e gode di un larghissimo consenso tra i genitori. Adottando i provvedimenti per decreto poi si elude il dibattito parlamentare e si evita un qualsivoglia confronto con la scuola reale e con chi la rappresenta.
Inoltre nello Schema di Piano Programmatico del 04/09/08, al capitolo dedicato alla Riorganizzazione della rete scolastica, si dichiara che “su poco più di 28 mila punti di erogazione del servizio(cioè di scuole) circa il 15% ha meno di 50 alunni e un altro 21% ha meno di 100 alunni. In effetti, la polverizzazione sul territorio di piccole scuole non risulta funzionale… Si rende pertanto necessario non solo eliminare le numerose situazioni non conformi ai parametri dell’attuale normativa, ma anche ripensare il sistema nel suo complesso al fine dell’ottimizzazione e della perequazione delle risorse umane a sostegno di una maggiore funzionalità gestionale…” Si sta pensando di chiudere le scuole nei piccoli comuni?
In ragione di queste considerazioni, visto il documento approvato dalla assemblea sindacale degli insegnanti del Circolo Didattico di Borgo San Giacomo,
ai rappresentanti dei genitori del Consiglio di Interclasse di Villachiara unitamente all’invito a diffondere tra i genitori stessi la mozione;
al Dirigente Scolastico del circolo di Borgo San Giacomo;
ai parlamentari eletti nella provincia di Brescia;
al ministro dell’Istruzione Università e Ricerca.
altre iniziative contro il maestro unico
Nessun commento:
Posta un commento