Troppe vite spezzate
Ancora morti sul lavoro.Ancora vite spezzate.
Questa volta è la Sicilia a pagare il tributo più alto, sei morti sui nove che in 24 ore hanno unito l'Italia.
Sei operai che lavoravano nel depuratore consortile di Mineo, a 35 km da Catania, sono morti mentre stavano pulendo una vasca. A strapparli alla vita sarebbero state le sostanze tossiche inalate durante l'operazione di lavaggio.
Nella lista dei presunti responsabili per la morte dei sei operai, avvenuta nel depuratore comunale, il sindaco del paese, quattro assessori, il responsabile dell'ufficio tecnico e il titolare della ditta Carfì.
Il reato ipotizzato è concorso in omicidio plurimo. Domani le autopsie sui corpi delle vittime.
Il ministro del Lavoro del governo ombra Enrico Letta si è recato a Mineo per esprimere la solidarietà del Partito Democratico.
Nel frattempo, i senatori del PD chiedono a gran voce l´applicazione integrale del testo unico. "Il Governo Berlusconi deve investire risorse in sicurezza sul lavoro.
Deve puntare sulla prevenzione, sulle ispezioni e su un inasprimento delle sanzioni. Il governo Berlusconi deve quindi proseguire il lavoro già avviato dal governo di centrosinistra e applicare integralmente e tempestivamente il Testo unico sulla sicurezza". Intervenendo nel corso del question time a Palazzo Madama, la senatrice del Partito Democratico Emanuela Baio che insieme ai senatori del Pd Pietro Ichino, Giorgio Roilo, Fiorenza Bassoli, Daniele Bosone, Cinzia Fontana, Paolo Rossi, Daniela Mazzucconi, Luigi Vimercati, Marilena Adamo, Mario Ceruti e Antonio Rusconi, ha rivolto un'interrogazione sulle morti bianche ai ministri del Welfare Maurizio Sacconi e della Giustizia Angelino Alfano.
"Il rapporto Inail ci dice che in Italia, nel 2007, sono morte 1.260 persone sul lavoro. Gli infortuni gravi - continua Baio spiegando l'interrogazione - sono stati 913.500 e la regione che registra il maggior numero di morti bianchè è la Lombardia, seguita da Veneto, Campania e Lazio. Secondo il rapporto dell'Anmil, inoltre, l'Italia registra un triste primato europeo poiché la diminuzione delle morti sul lavoro è stata solo del 25,4 per cento, rispetto al meno 48,3 della Germania o al 33,6 della Spagna. Lo Stato per sostenere e riabilitare le persone che subiscono infortuni gravi sul lavoro spende 45,5 miliardi di euro, il 3,21 per cento del Pil». «Il governo Prodi e la sua maggioranza - aggiunge Baio - molto hanno fatto per rispondere alla drammaticità del fenomeno attraverso misure quali l'istituzione del Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro, l'approvazione del Testo unico e del decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro. Con la Finanziaria si è autorizzata la spesa per incrementare gli ispettori del lavoro e il ministro Damiano ha più volte ribadito la necessità e l'intenzione del governo di aumentare le ispezioni sul lavoro puntando nel 2008 a passare da 70 mila a 250 mila controlli nelle aziende».
«Quella delle morti bianche è una vera e propria emergenza nonostante la legge n. 123 del 3 agosto 2007 - sottolinea in una nota Franco Narducci (Pd), Vicepresidente della Commissione esteri -, aveva fatto sperare, grazie all'introduzione di norme più severe e innovative, in una inversione di tendenza degli incidenti mortali sul lavoro». «Occorre un piano nazionale di formazione alla prevenzione -ha incalzato Narducci- e un coordinamento reale dei soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza in maniera tale da creare una cultura diffusa della sicurezza sui luoghi di lavoro, aiutando le imprese stesse a prevenire il rischio di incidenti. È necessario avviare una formazione più vicina alle imprese e ai luoghi di lavoro, pratica oltre che teorica, e una più diffusa attività d´informazione e prevenzione, dato che un gran numero di infortuni nasce da errori comportamentali, ed in questo - ha sottolineato Narducci - l'esperienza di altri Paesi europei può essere preziosa".
Dei sei operai quattro erano dipendenti del Comune: Salvatore Pulici, Giuseppe Zaccaria, Natale Sofia e Giuseppe Palermo, e due di una ditta privata di Ragusa: Salvatore Tumino e Salvatore Smecca.
Stavano pulendo una vasca in un depuratore consortile dove venivano raccolte le acque reflue del paesino etneo a 35 chilometri dal capoluogo.
"I sei operai - ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Catania, Salvatore Spanò - stavano svuotando la vasca dalla melma contenuta sul fondo perché evidentemente ci sarà stato un guasto. Avevano tolto, quindi, la griglia di protezione e messo una scala per scendere. A quel punto, probabilmente, il primo e secondo operaio si sono sentiti male per effetto delle esalazioni tossiche. E' attendibile che poi gli altri quattro abbiano cercato di aiutare i colleghi, perdendo però a loro volta la vita". Spanò ha inoltre aggiunto che "la vasca si è presentata semivuota e i sei cadaveri adagiati, alcuni con la faccia rivolta in aria. Sono tutti irriconoscibili perché impregnati di fango".
Durante la giornata tre morti sono avvenute nel Nord Italia e in Sardegna .
Un operaio della ditta Intergeos stava lavorando in una piazzola di emergenza al km 168 dell' Autosole tra Modena sud e Modena nord, quando è stato investito e ucciso da un mezzo pesante.
Un agricoltore ha perso invece la vita in un incidente verificatosi in località Salcido di San Salvatore Monferrato (Alessandria). L'uomo era a bordo di un trattore che trainava uno spargiconcime ed é rimasto schiacciato tra il mezzo agricolo e l'attrezzo.
Infine, Francesco Ziranu, un operaio di 46 anni, è morto in ospedale a Nuoro dove era stato ricoverato dopo la caduta da un ponteggio nel centro di Orani.
"Basta con le stragi sul lavoro" ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano di fronte al terribile incidente di Mineo. Dal Quirinale c'è stato un filo diretto con la prefettura di Catania per seguire gli accertamenti sulla dinamica dell'incidente e per esprimere solidarietà ai familiari delle vittime.
"È una tragedia orribile che colpisce e ferisce la coscienza di tutti noi. Sei operai, sei uomini morti così, uno dietro l'altro, devono essere un monito: lavorare non deve voler dire morire e quando succede significa che tante cose non hanno funzionato”. Così il segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, commenta l'accaduto. “Le leggi – continua la nota diffusa - , anche per iniziativa del precedente governo, ci sono e occorre farle funzionare soprattutto per prevenire e controllare, per impedire situazioni di terribile pericolosità. Ora il mio pensiero va a quei sei operai uccisi e alle loro famiglie”.
Nessun commento:
Posta un commento