BERSANI: "Queste proposte sono una presa in giro!"
Pier Luigi Bersani boccia in pieno gli emendamenti presentati dai due relatori di maggioranza sul decreto anticrisi: il Pd non presenterà subemendamenti. Il fatto è che manca tutto. Per il ministro ombra «non c’è nulla di quanto concordato all’incontro con Giulio Tremonti - spiega - Quando ci siamo visti, pur in un quadro di dissenso strategico, ci eravamo impegnati a cercare di lavorare utilmente sul testo del decreto ».
Invece da quel provvedimento non arriverà nulla. Sugli ammortizzatori sociali i due relatori propongono una norma quadro che rinvia a un nuovo decreto (come anticipato ieri dall’Unità) da concordare prima in sede di conferenza delle regioni, con il quale saranno «definite le modalità di utilizzo delle risorse» del fondo sociale per la formazione e l'occupazione «per le diverse tipologie di rapporti di lavoro, in coerenza con gli indirizzi ... assunti in sede europea». In altre parole: gli aiuti slittano a data da destinarsi. Non si prevede nessuna rimodulazione del bonus fiscale, come si era annunciato. Niente detrazioni, niente crediti d’imposta, nulla sugli ecobonus.
Tutte le promesse e gli impegni sono stati traditi. Anche sul bonus energia, su cui il ministro si era impegnato a un reintegro almeno per il pregresso, non arriva nulla. In compenso i due relatori Massimo Corsaro e Maurizio Bernardo fanno una trentina di mini-proposte a pioggia, come se la crisi non esistesse. E da Parigi il ministro si trincera dietro la tenuta dei consumi a Natale. Tra le proposte di Corsaro e Bernardo anche uno sgravio per le slot machine. Il prelievo scende dal 13,4% al 12,6%, se la raccolta 2009 resterà sui livelli del 2008. Il testo stabilisce un finanziamento di 450 milioni di euro per il Coni e 130 milioni per Unire nel 2009 e 2010. Un altro emendamento propone altri 20 milioni per il fondo per gli affiti. Arriva poi una «mancia» per Milano con la dotazione di 20milioni (sottratti alla società di riscossione Equitalia) per l’organizzazione di eventi sportivi in occasione dell’Expo 2015. Gli eventuali risparmi che si otterranno dal tetto al 4% sui mutui (finora vi sono stanziati 250 milioni) vengono stornati in favore degli assegni familiari, che si estendono agli autonomi congrui con gli studi di settore.
Si riscrive il testo sul prezzo dell’energia elettrica, voluto da Calderoli. L’opposizione non ci sta.
Quel piccolo spiraglio che si era aperto per un confronto costruttivo almeno sui temi economici, sembra definitivamente chiuso. Il segnale della rottura c’era stato già prima della presentazione degli emendamenti. In commissione lavoro, convocata per esprimere un parere sul testo, il Pd insieme all’Udc e all’Idv ha abbandonato l’aula per protesta. «La richiesta di un tavolo sulla crisi - ha dichiarato il capogruppo Cesare Damiano - è stata completamente ignorata».
domenica 11 gennaio 2009
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