Franceschini al governo:
assegno mensile ai disoccupati
(da L'unità del 1 marzo)L'opposizione, quella che per Berlusconi non sa dire altro che no, lancia una proposta con cui sarà ora il governo a doversi misurare. «Un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro». Per quei «quattro milioni e mezzo di precari a rischio» spiega il segretario nazionale del Pd, Dario Franceschini che il primo fine settimana dopo l'elezione l'ha voluto trascorrere visitando due realtà diverse di quest'Italia stretta in una crisi drammatica. Il nord di Malpensa e Varese, lì dove il governo in carica ha fatto molte promesse e ne ha mantenute poche, e ieri Bari, città del sud, «simbolo del buon governo» che è lì a dimostrare che «il sud non è un problema ma una risorsa». Anzi «il Paese non esce dalla crisi se il sud non decolla».
Tutele ai senza diritti
«Silvio Berlusconi faccia un provvedimento a tutela di chi non ha diritti. Faccia anche un decreto. Ne ha fatti tanti, e in questo caso sì che l'urgenza c'è. E noi lo sosterremo». È convinto l'applauso del segretario dei giovani Pd, Angelo Petrosino, che ha appena rivendicato l'orgoglio di essere un ragazzo meridionale e quello che arriva dai sostenitori che riempiono il Teatro Piccinni, fin all'ultima fila di palchi.
Appunto, come si può fare a meno e spesso mortificare questa parte del Paese, puntando, come Berlusconi e i suoi ministri, troppo spesso sull'effetto annuncio. Franceschini ricorda che «Tremonti ha parlato di banca del Sud. A parte il fatto che mi sembra di leggere i giornali di cinque anni fa, noi non chiudiamo la porta purché ci sia chiarezza e non si tratti solo di una operazione di immagine per mettere nelle mani di pochi uno strumento per costruire consenso e clientelismo». Quindi «siamo disposti a discutere di questo con la consapevolezza che le risorse sono poche e che con gli otto miliardi che Berlusconi ha tolto al sud nei Fas si poteva fare la banca mondiale». E la proposta del leader Pd fa ritrovare l’unità, con un comune apprezzamento, ai segretari della Cgil, Epifani e della Cisl Bonanni.
Il leader del Pd non accetta l'accusa si di antiberlusconismo: «Io non so cosa sia ma se il governo occulta la realtà allora la voce bisogna alzarla. Anche quando si è riformisti o moderati la voce va data, se è necessario». È' questa costante operazione di «copertura» dei problemi, «nascondere, minimizzare» per poi dire «noi sapevamo che era così come fa Tremonti che ti vien da dire: se lo sapevi perché non hai fatto niente prima? Ecco questo non può essere passato sotto silenzio. Loro non vogliono che i problemi dei singoli diventino percezioni collettive». Nel Pd c'è la consapevolezza opposta.
Tanti Temi urgenti
È lungo l'elenco delle cose che bisognerebbe fare e su cui il governo stenta. Le proposte del Pd parlano di interventi su salari, pensioni, aiuti alle imprese, la scuola e la ricerca, politiche complessive d'investimento. E «lotta alla malavita organizzata e all'evasione fiscale» così come impegno per la sicurezza «che non vuol dire ronde ma potenziamento delle forze dell'ordine».
La crisi è nei numeri. Sotto gli occhi, nelle tasche e nel futuro di tutti. «Bisogna che la politica si occupi di chi non ha le spalle robuste per reggere» avendo la consapevolezza che proprio una crisi come l'attuale «offre alla politica la possibilità di guardare lontano».
«Mancano 97 giorni alle elezioni europee e amministrative, che sarebbe bene abbinare al referendum per non sperperare 400 milioni di euro. e non possiamo perdere tempo perché sono in gioco molte cose, compreso anche il futuro della democrazia italiana. L'invito è a superare «l'insopportabile litigiosità interna di cui non se ne può più». Bisogna far prevalere «lo spirito di squadra perché si vince passandosi la palla e non importa chi fa gol. E se i capitani cambiano è la squadra che vince». La metafora calcistica appassiona. E l'applauso finale è forte davvero.
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