Prima parte del discorso pronunciato da Arcangelo Riccardi il 18/05/2009 ad Orzinuovi
PER UNA PROVINCIA D’ECCELENZA
Ringrazio i circoli della zona che hanno proposto la mia candidatura; spero di essere all’altezza delle vs. aspettative e di meritare la vs. fiducia. Interpreto la scelta della mia candidatura anche come un riconoscimento più in generale all’esperienza amministrativa di Villachiara e di altri comuni della Bassa, che, nel loro piccolo, in questi anni ha saputo intraprendere scelte innovative e coraggiose.
Io mi impegno al massimo e ce la metterò tutta, col vs. aiuto e collaborazione, affinché il PD con Diego Peli possa ottenere il miglior risultato possibile. Sono disponibile ad andare in ogni paese per incontri ed iniziative sul territorio, ma c’è bisogno dell’impegno di tutti, utilizzando anche strumenti nuovi di comunicazione come Internet, Facebook, Youtube…
Ancor prima di presentare proposte è molto Importante saper ascoltare i cittadini, coglierne le aspettative, confrontarsi con posizioni diverse dalle nostre, formulare assieme possibili soluzioni. E poi dobbiamo parlare il linguaggio semplice della verità e dell’onestà, senza promettere ricette mirabolanti, ma sempre determinati a perseguire obiettivi concreti, seppure ambiziosi.
Noi dobbiamo dire che la crisi economica c’è, esiste, è profonda, che le percentuali pubblicate venerdì scorso dall’Istat sul calo del PIL (-5,9) sono preoccupanti, che i salari medi italiani sono inferiori del 17% rispetto ai salari dei paesi Ocse, che il governo sta sottovalutando la situazione e non prende provvedimenti a sostegno dei redditi reali dei lavoratori e delle imprese medio piccole.
Che ci sono licenziamenti silenziosi, che non si rinnovano più i contratti a tempo determinato, per cui i precari di colpo spariscono nel nulla senza bisogno d essere licenziati, una generazione di giovani lavoratori senza un adeguato salario, che non possono costruire una famiglia, il loro futuro, che si trovano magari sulle spalle un mutuo da pagare senza più aver la certezza di un lavoro.
Noi dobbiamo chiedere all’Unione Europea che qualcuno dovrà pur rendere conto ai cittadini per le scelte sbagliate di politica monetaria attuata dalla Banca centrale europea, che ancora fino a settembre scorso si preoccupava di alzare i tassi di sconto, quando il vero problema non era l’inflazione ma quello di far ripartire l’economia.
Noi dobbiamo dire che votare una persona o un’altra non è la stessa cosa: la Iva Zanicchi, che è stata qui ad Orzinuovi di recente, è la parlamentare italiana al Parlamento Europeo più assenteista col 45% di presenze (Brunetta direbbe fannullona), mentre il nostro Francesco Ferrari, è il più presente in assoluto di tutto il Parlamento Europeo col 98% di presenze. Questa è serietà che gli fa onore, questo è quello che ci caratterizza quando prendiamo un impegno pubblico.
Noi dobbiamo chiedere all’Unione Europea perché si comporta come Ponzio Pilato sulla questione immigrazione, perché il controllo delle frontiere del sud Europa è lasciato alla gestione dei singoli governi, senza regole uniformi, senza muovere un dito, limitandosi a qualche blando comunicato.
Noi dobbiamo dire che gli sbarchi degli immigrati clandestini col governo Berlusconi si sono più che raddoppiati rispetto al periodo del governo Prodi.
Noi dobbiamo dire che in Italia da anni gli omicidi e gli episodi di delinquenza grave sono in costante diminuzione, che la sicurezza dei cittadini è un obiettivo sacrosanto da perseguire, ma non con la politica degli annunci e dei soldati piazzati davanti a qualche palazzo in qualche città, ma col potenziamento degli stanziamenti e della dotazione di strumenti efficaci per le forze dell’ordine, con politiche di cultura diffusa, di controllo sociale, di partecipazione, di integrazione.
Noi dobbiamo dire, ai lombardi in particolare, che con le dissennate decisioni assunte nella vicenda Alitalia il governo Berlusconi e la Lega hanno tradito le promesse di anno fa, sia per quanto riguarda i risparmiatori che avevano le obbligazioni, sia per il futuro dell’aeroporto di Malpensa.
Noi dobbiamo dire che il Comune di Brescia, dopo 15 anni di amministrazione Martinazzoli e Corsini, è il comune capoluogo meno indebitato d’Italia, mentre la Provincia di Brescia, dopo 10 anni di giunta Cavalli, è una delle 5 province più indebitate d’Italia. Che il debito della Provincia di Brescia con questa amministrazione ha superato i 500 milioni di euro.
Noi dobbiamo dire che in 10 anni in provincia di Brescia non è iniziata nessuna delle grandi infrastrutture da tempo promesse ed attese, salvo la 3^ corsia della Tangenziale sud, peraltro predisposta e già finanziata a suo tempo dalla giunta Lepidi. Che si è lasciato deperire l’Aeroporto di Montichiari per i continui litigi sulla governance della società di gestione, sprecando soldi pubblici per far partire un aereo o due al giorno.
Noi dobbiamo dire che la metropolitana di Brescia, fino a ieri irrisa ed osteggiata dalla Lega e dal PDL, oggi invece è quasi diventata cosa loro cambiando rapidamente opinione e faccia, visto che i lavori procedono secondo il cronogramma prefissato. E allora si continuano a fare inaugurazioni col caschetto giallo e in pompa magna sui vari cantieri si proclama la bontà dell’opera, solo perché adesso si è alla guida del comune.
Noi dobbiamo dire che la giunta Cavalli ha aumentato le macchine blu e gli autisti, che nell’ultimo anno ha speso oltre un milione e mezzo solo per la comunicazione e propaganda.
Ebbene noi diciamo no a questo modo di governare e chiediamo il consenso dei bresciani per cambiare.
Noi vogliamo pensare in grande ed impegnarci per una Provincia d’eccellenza, come dovrebbe essere quella di Brescia. Una provincia che è al centro delle tre Regioni più ricche ed avanzate d’Italia (Lombardia,Veneto,Emilia) e costituisce in Europa una delle zone col più alto sviluppo e reddito, con una diffusa imprenditorialità, un elevato tasso di occupazione, con la presenza di qualificate università e centri di ricerca, con gli Spedali civili con notevoli standard di qualità di livello internazionale.
Una Provincia caratterizzata dalla presenza di un diffuso e ramificato associazionismo e volontariato, con una tradizione culturale e religiosa spesso all’avanguardia nell’editoria, nell’educazione e nella formazione scolastica.
Noi vogliamo una Provincia in grado di assumere un ruolo di sintesi e coordinamento, all’altezza della complessa articolazione della società bresciana, della sua ricchezza, cultura, operosità, innovazione, capacità di adattamento, interscambio con le migliori esperienze. Una provincia che sappia confrontarsi con le province limitrofe e ragionare in termini di macroarea elaborando progetti e proposte che vadano oltre gli stretti confini del nostro territorio, in modo da dare risposte di sistema ai cittadini e ad una società complessa ed articolata come quella del Nord Italia.
Vogliamo una Provincia restituita ai Bresciani, non ricurva su sé stessa e la sua struttura, più attenta ai problemi dei cittadini che di se stessa, più snella e accessibile, più smagrita nei suoi apparati, con meno assessori e auto blu, con meno burocrazia ed enti collaterali.
Vogliamo una Provincia che, come ha riaffermato Sergio Cofferati la scorsa settimana davanti ai cancelli dell’Iveco incontrando operai e impiegati in cassa integrazione, una Provincia che metta il lavoro al centro della sua politica ed attività amministrativa, istituendo anche una Consulta permanente in modo da coinvolgere i sindacati, le organizzazioni datoriali, la Camera di Commercio, le banche, l’ACB per aiutare piccole aziende e lavoratori, favorire l’occupazione, ridurre il precariato, anche attraverso la diffusione delle nuove tecnologie.
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